Siamo nel New England del XVII secolo, e William, un predicatore puritano, viene esiliato dalla sua comunità insieme alla famiglia, composta dalla moglie, dalla figlia maggiore Thomasin, dai gemelli Mercy e Jonas, dal giovane Caleb e dal neonato Samuel. La famiglia si stabilisce quindi vicino al bosco, che si vocifera essere dimora di una strega. Un giorno, mentre Thomasin si sta occupando del piccolo Samuel, egli sparisce: a seguito di questo evento la madre diventerà sempre meno fiduciosa nei confronti della figlia, che a sua voltà svilupperà un rapporto conflittuale con i gemelli, che la accusano di essere una strega.

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The Witch è un film che non mi ha mai attirato prima dell’uscita al cinema: ne ho seguito i trailer e le notizie, ma nulla di più, anche perché il genere cui appartiene (l’horror) non è tra i miei preferiti. Eppure, il film è stato applaudito al Sundance Film Festival, e sempre più critici nostrani hanno iniziato a tesserne le lodi appena prima dell’uscita. In seguito alle più che lusinghiere recensioni, ho deciso di vedere questo “horror storico”, e devo ammettere che la mia prima impressione era sbagliata, perché The Witch è un mezzo capolavoro.

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Quello che fa del film una piccola perla del suo genere è che, contrariamente all’uso ormai troppo comune nell’horror, non tenta di mettere l’accento sul fattore “paura”, evitando di propinare jumpscare e gore non necessari, limitando gli effetti speciali all’osso e concentrandosi sulla creazione di un ambiente teso e capace di infondere ansia nello spettatore. Insomma, è più un film storico che un film horror. Sia ben chiaro però che non parliamo di un film realistico, perché il soggetto della produzione è un’antica fiaba inglese, e forse questa è la sua intuizione più geniale. Inserire una storia dell’orrore in un contesto fiabesco e caratterizzarlo così bene da farlo sembrare reale è cosa da pochi, soprattutto se si imbastisce il tutto con un budget incredibilmente basso.

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Eppure, The Witch riesce in tutto questo, facendo della mancanza di budget una virtù più che una pecca: la strega viene mostrata pochissimo ed il personaggio di Satana non viene mai fatto vedere per intero ed anzi viene riportato nel mondo umano con le fattezze di una capra. Una scelta molto coraggiosa e contro corrente rispetto ai canoni moderni dell’horror, che puntano sul mettere a schermo mostruosità di vario genere e amenità orripilanti per impaurire lo spettatore, spesso con scarsi risultati.

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La voluta limitazione della CGI è dovuta in massima parte ad un’intelligenza registica e fotografica nella fase di scrittura del film, e d’altro canto tutto il comparto tecnico è eccellente e capace di immergere lo spettatore nel tesissimo universo creato da Robert Eggers. L’uso delle luci poi merita una menzione a parte, perché le scene ambientate di notte od in luoghi bui sono generalmente le più difficili da gestire con attrezzature a basso budget, eppure la produzione del film è riuscita anche in questo. E non solo, per dimostrare ulteriormente la loro bravura, fotografo e regista hanno deciso che praticamente metà del film dovesse essere girato in notturna. Inutile dire che, nonostante la difficoltà nella gestione di tali momenti, il film non stanca mai ed anzi sorprende per bontà tecnica.

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Se a ciò aggiungiamo una trama spanne al di sopra della media per il genere e relativamente fresca, capiamo di trovarci di fronte ad uno dei migliori film horror degli ultimi anni, se non di sempre. The Witch è una visione consigliata per tutti, amanti del genere horror o meno, perché ridefinisce i canoni del cinema dell’orrore, allontanandolo dalle (pessime) abitudini degli ultimi anni, come il found footage ed i jumpscare.

VOTO FINALE:

★★★★ ½

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